lunedì 13 dicembre 2010

Giovani Cassero - 2010: odissea nel cinema GLBT


Mercoledì 15 dicembre dalle ore 20.00 alle 23.00, al Circolo Arcigay di Bologna 'Il Cassero' in via don Minzoni 18: GOING TO GROUP!


Argomento della serata - "2010: odissea nel cinema GLBT"

Un percorso su celluloide" rosa" alla ricerca dei film che hanno raccontato e descritto ( tra pregiudizio, censure e superficialità, ma anche coraggio, modernità e arte) personaggi omosessuali... dal "Vizietto" a "Brokeback Mountain", cos'è cambiato?

Alle 20.00 per l'ormai fantomatica "pizzata" e alle 21.00 per l'inizio delle attività!

Accorrete numerosi!!!

lunedì 22 novembre 2010

Giovani Cassero - Viaggiando attraverso i secoli... tutta un'altra storia!!!


Mercoledì 24 novembre dalle ore 20.00 alle 23.00, al Circolo Arcigay di Bologna 'Il Cassero' in via don Minzoni 18: GOING TO GROUP!



Argomento della serata: "Viaggiando attraverso i secoli... tutta un'altra storia!!!"

Dal primitivo e sapienziale amore greco ai roghi medievali sulle piante di finocchio... altre esperienze di omosessualità nella storia.

Come sempre, alle 20.00 ritrovo per la pappa!

A mercoledì!!!

domenica 14 novembre 2010

"chi sono gli omofobi?" resoconto mercoledi 10 novembre


Questo mercoledì sera al Gruppo Giovani Cassero abbiamo voluto affrontare il tema dell'omofobia, mantenendo però sempre un clima di confronto e disteso anche su un argomento spinoso come questo. Attraverso un'attività che dava ad ognuno di noi la possibilità di creare insieme man mano una classifica dei personaggi pubblici e celebri più omofobi siamo riusciti a confrontare diverse idee su cosa sia l'omofobia, su come venga manifestata e su quale possa essere il metro per parlare di omofobia ovviamente nel momento in cui si voleva redigere una classifica. L'omofobia è da misurarsi con la violenza che crea, sia essa generata da persona profondamente convinta delle sue idee oppure da chi vi si accosta solo per convenienza, oppure con la profondità con cui idee omofobiche sono radicate e razionalizzate all'interno di una psiche? Un'omofobia ha più maniera di esprimersi, più maniera di fare violenza e giustificare violenza in base alla posizione istituzionale o pubblica di chi se ne fa portavoce? E' allora in questi casi da considerarsi maggiore e più grave? Tutti questi i temi toccati e di cui abbiamo potuto dibattere durante quest'attività che ha comunque stillato una top ten dei più omofobi:
1-Hitler
2-Ahmadinejad
3-Robert Mugabe
4-Benedetto XVI
5-Haider
6-Sizzla
7-Mariano Rajoy
8-Cardinale di Bruxelles
9-Bagnasco
10-Ruini
Una seconda attività, la trasposizione del famoso gioco "lupus in tabula" nel nostro "trova gli omofobi" ha dato l'opportunità di notare, in questa chiave ovviamente atta a sdrammatizzare, che l'omofobia si mostra anche nei pestaggi e nelle violenze propriamente fisiche, e di come sia difficile trovare e scoprire chi le commette.
L'omofobia nella pari violenza di parole e botte.

lunedì 8 novembre 2010

Giovani Cassero - "Chi sono gli omofobi?"


Mercoledì 1o novembre dalle ore 20:00 alle 23:00, al Circolo Arcigay di Bologna 'Il Cassero' in via don Minzoni 18: GOING TO GROUP!

Argomento della serata: "Chi sono gli omofobi?"

Da pulpiti e comizi alle strade di città, dalle dichiarazioni di un politico agli insulti e alle botte per strada quanto il passo è breve? Parole pesanti come pugni e pugni ingiusti come le parole.

Alle ore 20 per l'ordinazione della pizza!


...A mercoledì, allora!

sabato 6 novembre 2010

GENDER BENDER FESTIVAL: J'ai tué ma mère


Canada, 2009

Regia: Xavier Dolan

Sceneggiatura: Xavier Dolan

Cast: Xavier Dolan, Anne Dorval

Produzione: Xavier Dolan

Produzione esecutiva: Carole Mondello

Durata: 100 min.


Tutto ruota attorno a Xavier Dolan in questo film, e non è un bene. Il fastidio che permea la visione è causato dal narcisismo di Xavier Dolan mentre si compiace della sua immagine da Xavier Dolan e della sua personalità xavierdolanesca riempiendone lo schermo e la storia che racconta: un rapporto di amore-odio tra madre e figlio. E sarebbe già stato detto tutto, perché le turbe giovanili, il conflitto famigliare e anche l'omosessualità non vengono sezionati in profondità ma vengono urlate (letteralmente) in faccia allo spettatore con superficiale e piatta aggressività. Il film è inoltre condito da scene con montaggio artistoide che però non sono riuscite a colpire la mia immaginazione e sensibilità (in questo mi ha ricordato Tarnation di Jonathan Caouette, che però aveva ben altra potenza creativa).

Che dire, il film si guarda senza problemi, però credo che l'attenzione che ha ricevuto anche a livello internazionale (soprattutto per la sua presenza al Festival di Cannes) sia in gran parte dovuta alla giovane età del factotum Xavier Dolan (19 anni all'epoca).

In poche parole il fatto è che il suo dolore non mi ha comunicato granché, e non c'era gioia, magia, stupore a comunicare altro.

mercoledì 3 novembre 2010

GENDER BENDER FESTIVAL: Mannen som elsket Yngve - The man who loved Yngve





Norvegia, 2008
Regia: Stian Kristiansen
Sceneggiatura: Tore Renberg
Cast: Rolf Kristian Larsen,Ole Christoffer Ertvaag, Arthur Berning, Ida Elise Broch
Produzione: Yngve Sæther
Fotografia: Trond Høines
Produttori esecutivi: Brede Hovland
Durata: 99 min

Lo ammetto: io mi sono innamorato di Yngve. Mi sono innamorato di Yngve, biondo e alto un metro e novanta; mi sono innamorato di Yngve che indossa gilet di lana beige e completi da tennis bianchi; mi sono innamorato di Yngve che fa diligentemente i compiti sdraiato per terra ascoltando musica; mi sono innamorato di Yngve che osserva incantato Jarle esibirsi nel suo primo concerto; mi sono innamorato di Yngve che passa il tempo a immaginare che forma hanno le nuvole; ma ho capito di essermi innamorato di Yngve quando ascolta in loop la cassettina con la canzone d’amore incisa Jarle mentre è ricoverato in una clinica di riabilitazione. Perché se non avesse qualche macchiolina nella testa, che amore sarebbe.
Oltre a Yngve, c’è una tranquilla cittadina norvegese, c’è il 1989, c’è la caduta del muro di Berlino, c’è il liceo, c’è la band anarco-punk di Jarle, c’è Jarle che ricicla frasi e canzoni a Yngve e a quella poverona della fidanzata Cathrine, c’è il licenziamento della madre di Jarle per la delocalizzazione nei nuovi paesi ex sovietici, c’è il padre separato e un po’ assente, c’è Sting contro Anarco Pussy Radar Commando, c’è il devasto alla festa nella casa del ricco figlio di papà.
Ma i miei occhi erano tutti per Yngve.
Mtt

GENDER BENDER FESTIVAL: Spork

SPORK

Regia: J.B. Ghuman, Jr.

Sceneggiatura: J.B. Ghuman, Jr.

Cast: Savannah Stehlin, Sydney Park, Rachel Fox, Michael Arnold, Oana Gregory

Produzione: Christopher Racster, Chad Allen, Honey Labrador, Geric Frost

Editor: Phillip Bartell

Fotografia: Bradley Stonesifer

Produttori esecutivi: Kevin Frost, Geric Frost

Tribeca Film Festival Virtual. The Ninth Annual Tribeca Film Festival (Manhattan, 21 aprile – 2 maggio 2010); Gender Bender Festival ( Bologna, dal 1 al 6 novembre 2010).

Durata: 86 min

Trama: L'adolescenza non è un periodo semplice per nessuno, né tanto meno il liceo un luogo sereno e rilassato, specialmente per la tredicenne Spork, “sfigata” su tutti i fronti, sbattuta in una roulotte con il trasandato fratello maggiore, orfana, occhialuta con apparecchio ai denti, grassottella, ma soprattutto... ermafrodita: da qui il suo soprannome 'spork', una parola ibrida tra 'spoon' (cucchiaio) e 'fork' (forchetta). Torturata dal classico gruppo di “biondine oche e stronze” (che senza parafrasare, nel film si autodefiniscono 'bitches') e supportata dalla vicina di roulotte Tootsie Roll, da Chunk, un misterioso ragazzo cinese, e da Charlie, ragazzino effeminato con due padri, deciderà di partecipare ad una gara di ballo. L'unica arma a sua disposizione? Twister.

Dal Tibeca Film Festival di New York arriva al Gender Bender Festival un film fresco, border line tra un "adulto" 'Little Miss Sunshine' e il teenager 'Napoleon Dynamite': 'Spork' di J.B. Ghurman presenta la sua protagonista in un'atmosfera fortemente anni '90, truccata alla 'Ugly Betty' ma con colori pastello meno accesi e più "fumettistici". Con uno stile colorato e frizzante che per certi versi potrebbe ricordare quello di 'Juno' ( basti guardare lo stile dei dialoghi e l'aggiunta di animazioni disegnate a mano), Ghuman mette in scena un'originale pellicola tratteggiata in stile musical: pur utilizzando l'ormai vista e rivista struttura da commedia americana ( il personaggio sfigato di turno, vezzeggiato dal 'cattivo' di turno, con l'aiuto di amici e di una ritrovata fiducia in sé stesso, riesce a riscattarsi e a sconfiggere il proprio rivale) porta sullo schermo un'improbabile favola in cui i passaggi scontati vengono messi totalmente in ombra dai dialoghi frizzanti e dalla bravura dei giovanissimi attori. Un bel film, che riesce a trattare un tema così difficile come l'ermafroditismo con una naturalezza e una leggerezza uniche, aiutandosi con ironia e dialoghi spensierati.


Irene



lunedì 1 novembre 2010

Miss Les.bò 2010 - Sub Limen - qual è il tuo limite?


Tra pizzi e lazzi, spruzzi (offerti gentilmente da Seghe Mentali) e sprazzi, Miss Les.bò ha dato inizio all’edizione 2010 del festival “Soggettiva. Immaginari lesbici”!

Il limite, l’irriverenza, l’anticonformismo, l’ironia erano le parole d’ordine della serata e 15 modelle hanno sfoggiato sulla passerella i loro modi di esprimerli. La regola imprescindibile:essere sé stessi. Mostrare, sconvolgere, shockare. Evento queer per eccellenza, i cui partecipanti aumentano ogni edizione, sottolinea la necessità, il bisogno di ognun* di essere ciò che è e di poterlo mettere in piazza, in passerella che dir si voglia, senza timori, scardinando quelle immagini precostituite che ci vengono inculcate e affibbiate con forza.

Ogni desiderio è stato esaudito. Una breve presentazione, il buio e la musica iniziava a pulsare…tacchi a spillo o ciabatte, nude o vestite, gothic o farfallesche, una giuria incaricata aveva il compito di premiare la performance più fantasiosa e anticonformista.

Non poteva vincere se non Seghe Mentali, mille paranoie e mille seghe spruzzate in faccia ad un pubblico in visibilio, seguita da Gold Vagina, cosparsa di cioccolato, per i palati più raffinati e disinibiti, pronti ad sgranocchiare la sua collana di biscotti. Non dimentichiamo Jenny l’Antennista, voyeuse armata di macchina fotografica e Fleur Bovary, tutta una profusione di colori nel suo abito frusciante di sportine del supermercato! E queste sono solo quattro delle più belle performance della serata…

In un angolo della sala, apparentemente nascosto ma ben visibile, troneggiava lui, il telefono rosso di Brainstorming Art Project, orecchio disinibito della serata, in cui ognun* poteva esprimere ciò che desiderava, ogni opinione sulla serata, ogni punto di vista ma soprattutto ogni suo limite nascosto, tema centrale di Miss Les.bò 2010.

Valentina

Mercoledi 27 ottobre 2010 – Sembrare o essere, questo è il problema!

L'incontro del Gruppo Giovani di mercoledì sera scorso è stato molto soddisfacente e ricco di
spunti , idee, parole nonchè di nuove persone. Siamo stati infatti molto felici di accogliere nuovi ragazzi e ragazze che hanno deciso di unirsi al nostro gruppo e di confrontarsi su esperienze e pensieri.

Il tema su cui si è concentrata la serata era quello della visibilità, di un apparire che a volte è un sembrare diverso da quello che ognuno di noi è più intimamente. Attraverso un'attività, il gioco dei post-it, che si basava sulla "provocazione" degli stereotipi con cui si è soliti etichettare gay e lesbiche – e con cui abbiamo realmente etichettato ognuno di noi con opinioni diffuse sul nostro mondo – abbiamo in seguito parlato anche della televisione come mezzo di diffusione di queste "identità ridotte"e di come alcune personalità LGBTQ si siano adagiate in questi ruoli.

E' emersa anche però l'interessante idea che gli stereotipi non si formino dal nulla, che non sia la cultura(?) popolare e di più facile accesso a crearli, ma che essi si basino effettivamente su caratteristiche che molti di noi condividono tra loro, quindi su una "rilevanza statistica" potremmo forse dire ,cosa emersa anche dal gioco dei post-it o delle etichette.
Tuttavia quella stessa attività ha fatto emergere che nessuno di noi è proprimente il prototipo di stereotipo che avevamo cercato di delineare coi post-it, poichè nessuno li aveva presi tutti, poichè pressoché tutti avevano preso post-it anche dell'orientamento diverso dal proprio, e soprattutto poichè ognuno li aveva attaccati addosso a suo modo.
Chi li aveva sulla fronte, chi sui pantaloni, chi sulla maglia, chi sul braccio, chi sui polsi. Ognuno portava le "caratteristiche gay" e le "caratteristiche lesbiche" a suo modo. Forse anche questo indicativo di un fatto che sembriamo tutti qualcosa, ma che lo siamo tutti in modo diverso.


Davvero una bella serata.
Diego.

sabato 30 ottobre 2010

Giovani Cassero al Gender Bender


Gender Bender è il festival internazionale che presenta al pubblico italiano gli immaginari prodotti dalla cultura contemporanea, legati alle nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e di orientamento sessuale.
Il Festival è interdisciplinare e propone un programma di appuntamenti che si articola in proiezioni cinematografiche, spettacoli di danza e teatro, performance, mostre e installazioni di arti visive, incontri e convegni di letteratura, concerti e live set di musicisti e dj, party notturni.


E noi saremo ben presenti durante tutto il festival a goderci spettacoli, film e documentari, esibizioni, party....venite con noi!!!

Mauro farà lo spettatore critico al Cinema e al Teatro.
Valentina e Matteo si infiltrano come volontari e sorveglieranno chi si addormenta e chi mangia popcorn rumorosamente. Un po' tutti presenzieremo ai party.
E stasera c'è Gender Bender Jukebox Competition. Io inizio già a televotare i (miei) favoriti. Sosteniamo la buona musica italiana, sosteniamo UNISONDETUNE e Ménagè à trois.



martedì 26 ottobre 2010

domani sera...

Ore 20 - 23: GOING TO GROUP!
Siamo tutti parrucchieri e camioniste? Viviamo davvero in un mondo dove si collezionano figurine già imbustate?
Cena al sacco o su ordinazione autonoma o un po' come vi pare...
...A domani, allora!





Ci troverete puntuali (circa) dalle 20 a raccontarci e chiacchierare tutti assieme, fino all'inizio di Absolutely Queer Disco Night, la serata danzereccia del mercoledì casserino.

E iniziate a mettere in agenda i prossimi appuntamenti del 27/10, del 10/11 e del 24/11.

Ma soprattutto seguiteci su facebooke su twitter, oppure scrivete a giovani@cassero.it

mercoledì 13 ottobre 2010

...e questa sera

Che voi abbiate scelto "stessa spiaggia stesso mare" o l'avventura più sfrenata, la città d'arte o la baita in montagna è la volta buona di aprire di fronte a tutti la vostra valigia da viaggio di quest'estate!




Ci troverete puntuali (circa) dalle 20 a raccontarci e chiacchierare tutti assieme, fino all'inizio di Absolutely Queer Disco Night, la serata danzereccia del mercoledì casserino.


E iniziate a mettere in agenda i prossimi appuntamenti del 27/10, del 10/11 e del 24/11.


Ma soprattutto seguiteci su facebooke su twitter, oppure scrivete a giovani@cassero.it




Gente, stiamo tornando

mercoledì 29 settembre 2010

Film Area #1 BOBBY E JANE: COMING OUT DI DUE ADOLESCENTI AMERICANI


Prayers for Bobby

Genere: Drammatico



Durata: 89 minuti
Tratto dal libro: 'Prayers for Bobby: A Mother's Coming to Terms with the Suicide of Her Gay Son' di Leroy F. Aarons
Sceneggiatura: Katie Ford
Regia: Russell Mulcahy
Montaggio: Victor Du Bois
Produzione: Daniel Sladek Entartainment, Once Upon a Time Films, Permut Presentations
Produttori esecutivi: Stanley M. Brooks, David Permut, Daniel Sladek, Chris Taaffe, Damian Ganczewski
Colonna sonora: Christopher Ward
Paese: U.S.A.
Prima messa in onda: 24 gennaio 2009 'Lifetime Television'
Sito web: http://www.prayersforbobby.com

Cast:
Ryan Kelley: Bobby Griffith
Sigourney Weaver: Mary Griffith
Henry Czerny: Robert Griffith
Austin Nichols: Ed Griffith
Dan Butler: Reverendo Whitsell
Carly Schroeder: Joy Griffith
Shannon Eagen: Nancy Griffith
Scott Bailey: David
Bryan Endress-Fox: Greg
Rebecca Louise Miller: Jeanette

Trama (film basato su una storia vera):
Mary (Sigourney Weaver) è una devota cristiana di una piccola cittadina californiana, che alleva i figli secondo gli insegnamenti della Chiesa Presbiteriana. Quando il figlio Bobby (Ryan Kelley) confida al fratello maggiore di essere gay e questo, preoccupato rivela il segreto ai genitori, l'intero equilibrio famigliare sembra sconvolgersi; se però i fratelli e il padre del ragazzo cercano in qualche modo di "arrendersi" alla cosa, Mary non riesce a sopportare l'idea e crede invece di poter guarire Bobby tramite gli insegnamenti della Bibbia e le preghiere. Disperato per il comportamento della madre, inizialmente Bobby fa tutto quello che la madre gli ordina, entrando però in una profonda depressione dovuta al senso di isolamento, al senso di colpa e al dolore che la non comprensione della madre gli arreca. Dopo numerosi tentativi di farsi accettare dalla madre, incapace di sopportare questo rifiuto e sommerso dalla solitudine, Bobby si toglie la vita; il suicidio colpirà duramente la famiglia, ma riuscirà poi lentamente a fare aprire gli occhi alla stessa Mary.


The Truth About Jane


Genere: Drammatico
Durata: 87 minuti
Regia e sceneggiatura: Lee Rose
Paese: U.S.A.
Anno: 2000
Produzione: 'Lifetime Original Movie'

Cast:
Stockard Channing: Janice
Ellen Muth: Jane
Kelly Rowan: Ms. Lynn Walcott
Jenny O'Hara: Beth
Alicia Lagano: Taylor
Noah Fleiss: Ned
James Naughton: Robert
RuPaul Charles: Jimmy
Amy Davidson: Elizabeth

Trama:
Jane (Ellen Muth), una sedicenne americana da sempre protetta e adorata dai propri genitori, prende definitivamente coscienza della propria omosessualità una volta conosciuta la sua nuova compagna di classe, Taylor (Alicia Lagano). L'attrazione è immediata da parte di entrambe, ma sfortunatamente la relazione, intervallata dai dubbi e dalle paure di Jane, viene scoperta ben presto dai compagni di scuola e dalla stessa famiglia della protagonista, che si ritroverà ad affrontare un mondo di colpo ostile. Fortunatamente ad aiutarla ad affrontare la difficoltà della madre Janice ( Stockard Channing ) di accettarla in quanto lesbica, le provocazioni, le offese dei coetanei e le sue stesse insicurezze, Jane avrà l'insegnante Ms Lynn Walcott (Kelly Rowan), che le rivelerà di essere a sua volta omosessuale, Jimmy (RuPaul Charles) un amico gay della madre e un giovane coetaneo che si rivelerà essere il suo migliore amico.

Due parole sui film:
Come prima recensione di questo blog ho scelto di prendere in esame non uno, ma due film, ritenendo 'Prayers for Bobby' e 'The truth about Jane', per quanto cronologicamente distanti una decina d'anni, strettamente collegati e facilmente paragonabili.
Bobby e Jane sono entrambi adolescenti quando prendono coscienza della loro omosessualità, entrambi si vedono costretti ad affrontare troppo presto una realtà ostile, sia all'esterno che all'interno della propria famiglia, ed entrambi hanno di fronte due madri che non capiscono, che non riescono ad andare oltre l'immagine idealizzata dei propri figli.
I due film condividono quindi anche una stessa, importante, protagonista: l'associazione PFLAG (Parents, Families and Friends of Lesbians And Gay), ovvero la corrispondente americana della nostrana Agedo ( Associazione di Genitori e Amici Di Omosessuali), per la promozione della quale è stato realizzato lo stesso 'Prayers for Bobby' (con ingresso gratuito alla proiezione voluto espressamente dai produttori). Difatti l'associazione avrà un ruolo fondamentale per la crescita delle due madri dei due film. A questo proposito, i parallelismi dei due film non si limitano alle vicende dei due ragazzi; infatti, per tutte e due le pellicole sono state scelte due "grandi mamme": se nel ruolo della mamma di Jane troviamo Stockard Channing, conosciuta per il ruolo di Betty Rizzo di Grease e per film quali '6 gradi di separazione' o 'A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar', nella parte di Mary Griffith abbiamo la fenomenale Sigourney Weaver, star di 'Alien', che per 'Prayers for Bobby' ha ricevuto una nomination ai Golden Globe ed è stata premiata come migliore attrice ai GLAAD Awards 2010.
Sono però le differenze tra le due storie che portano poi a due finali, per un certo verso comparabili, ma irrimediabilmente diversi; Bobby, a differenza di Jane, deve affrontare due ostacoli insormontabili: da una parte l'epoca in cui vive ( per quanto 'Prayers for Bobby' sia di recente messa in onda, si svolge negli anni '80 ), la decade di differenza fra le due storie è significativa per le tematiche GLBT ( si pensi soltanto alla propaganda sull'Aids come "punizione" per gli omosessuali che dilagava negli Stati Uniti tra gli anni '80 e '90); dall'altra, l'avversario più arduo per il giovane ragazzo, la religione, che inizialmente porta lo stesso Bobby alla depressione e all'odio per se stesso, ma che soprattutto impedisce alla madre di capire e di vedere prima del drammatico suicidio.
Le due pellicole, così simili e imparentate per molti versi, mostrano però due stili e due soluzioni narrative molto differenti: la storia di Jane, per quanto possegga anch'essa punti di forte drammaticità, mantiene la sua carica ironica quasi di "commedia americana"; nella vicenda di Bobby, e non potrebbe essere altrimenti, non c'è spazio per la comicità, il ritmo è più lento; sono le confessioni scritte piene di malinconia e senso di colpa di Bobby ad accompagnarci, non la voce disillusa e piena di sarcasmo di Jane. Avendo a che fare con una storia realmente accaduta, Mulcahy mantiene una narrazione delicata e silenziosa, con pochi picchi; ne risentono di conseguenza alcuni passaggi del film, soprattutto nella prima parte, in cui una quasi forzata introspezione nella mentalità del ragazzo rallenta ancor di più la ritmica di un film che già di sua natura non possiede un montaggio serrato. In 'The truth about Jane' abbiamo volendo il problema opposto, le scene si susseguono con l'andatura tipica della commedia americana, quasi frenandosi per i momenti più drammatici; la cosa però, forse dovuta alla capacità della stessa Ellen Muth di passare da ironia a disperazione ( e spesso di contenerle entrambe ), non risulta forzata allo spettatore, che si diverte e allo stesso tempo percepisce i sentimenti della protagonista.
Interessante, volendo mantenere il paragone tra i due film, osservare il livello di distribuzione che hanno ottenuto: per quanto negli Stati Uniti ( e in seguito anche in numerosi stati europei ) siano stati considerati a livello di critica, premiati anche al di fuori dei festival GLBT, ma soprattutto mandati in onda su canali televisivi nazionali, non hanno invece ottenuto lo stesso riguardo in Italia,
paese nel quale la visione di 'The truth about Jane' è possibile solo in lingua originale ( se riuscite a trovare il dvd su ebay, ovviamente! ), benché il film sia datato 2000 e riconosciuto ormai come “cult” del cinema lesbico.
Per quanto riguarda 'Prayers for Bobby', l'unica possibilità per noi italiani di vederlo è stata in occasione del Festival del cinema gay a Torino, per quanto l'AGEDO si stia informando su come farlo arrivare anche in Italia.
Insomma, come per la maggior parte dei film a tematica gli unici mezzi a disposizione per noi poveri italiani sembrano essere... quelli illegali.

Janice:When did you first feel that you were...
Jane:A lesbian? It's okay, you can say it without becoming one.
                                                       ('The truth about Jane')

"There are children like Bobby sitting in our congregations. 
Unknown to you, they will be listening to your 'Amens' as they
silently cry out to God in their hearts.  Their cries will go unnoticed
for they cannot be heard above your 'Amens'.  Your fear and
ignorance of the word gay will soon silence their cries.  Before you
echo 'Amen' in your home or place of worship, think and
remember...a child is listening."
                ('A Child is listening' discorso tenuto da Mary Griffith)

lunedì 27 settembre 2010

Just a moment...

Stiamo tornando, eh! :)